Il Chelsea di Di Matteo giocava bene
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  • Immagine del redattoreMondo Calcistico

Il Chelsea di Di Matteo giocava bene


Una delle frasi più difficile da dire. Ma è la realtà dei fatti.


Il significato di "bel gioco" è stato modificato da chi viene considerato "esteta" del calcio. Da chi pretende tanti passaggi, azioni prolungate in fase offensiva e 30 tiri a partita. Attorno a queste due parole si è creato un qualcosa che non si riesce nemmeno a definire perché ogni testa pensante diversa dice una cosa diversa. Perché, quindi, rendere oggettivo un qualcosa che non si riesce nemmeno a descrivere?


Insomma, perché se Daniele dice che il "bel gioco" è segnare dopo 25 passaggi deve considerare un genio mentre se Mario dice che il "bel gioco" è arrivare in porta con 3 passaggi deve essere considerato uno stupido?

Ed eccomi, quindi, a parlare del Chelsea di Di Matteo, un allenatore che è stato bistrattato da tanti nonostante abbia vinto la Champions League. Ancora non riesco a capire perché alcuni allenatori vengono considerati "scarsi" per non aver vinto la Champions League mentre per Di Matteo si dice la stessa cosa nonostante l'abbia vinta. Le motivazioni del web hanno parecchie falle, l'importante è criticare. Detto questo utilizzo la mentalità da allenatore, non da tifoso, da appassionato o da opinionista e dico che, per me, il "bel gioco" c'è quando i miei calciatori/calciatrici fanno, in campo, quello che si è studiato in allenamento.

Il Chelsea di Di Matteo faceva proprio questo.

Il Chelsea di Di Matteo non faceva il 70% del possesso palla? Ha ottenuto dei risultati, questione oggettiva.

Il suo gioco non piaceva a tanti? "Piacere", questione soggettiva.


Per parlare del Chelsea di Di Matteo ho deciso di prendere la partita d'andata della semifinale di Champions League. Perché? Perché la partita non era condizionata dal risultato precedente, perché non era una partita secca e, soprattutto, il Chelsea ha sfidato la squadra che ha dato il via alle parole "bel gioco".


"Chelsea - Barcellona" del 2012.

Una questione molto importante per il Barcellona di Guardiola (e non solo) era quella di cercare di creare delle costanti superiorità numeriche in varie posizioni del campo. "Attacco posizionale" che veniva usato e viene usato tutt'oggi.

Ma Di Matteo e il suo staff avevano studiato tutto e i calciatori hanno eseguito i comandi in modo estremamente intelligente a livello tattico (sia individuale che collettivo). Non solo, lo spirito di sacrificio e l'umiltà di tutto l'ambiente ha permesso al Chelsea di poter vincere quella Coppa.


E quindi se il Barcellona cercava la superiorità numerica, ecco che il Chelsea triplicava le marcature.

Ripeto: la questione positiva è che tutti i calciatori si aiutavano tra loro. Potevo prendere come esempio Raul Meireles e Ramires, ma perché non prendere come esempio Mata e Lampard che non hanno assolutamente le caratteristiche difensive dei due citati prima? Insomma, anche loro davano il proprio aiuto in fase difensiva, non solo con la corsa ma anche con l'intelligenza.

Questo lo si vedeva sulle fasce, ma anche al centro.

Vedere Messi partire da dietro e avvicinarsi alla porta con o senza palla era una pura abitudine. E quando succedeva ci doveva essere la massima attenzione.

In questo caso vediamo Ramires, che sulla carta giocava come esterno d'attacco del tridente, andare su Messi fino alla posizione dei centrocampisti.


E sempre in fase difensiva la tattica individuale era estremamente importante.

Ripeto: sarebbe facile postare immagini di Raul Meireles o Ramires. Ma quel Chelsea andava ben oltre e quindi potevamo vedere anche Lampard rincorrere gli avversari (in questo caso Messi).

E quando il centrocampo veniva saltato, ci doveva pensare la difesa.

Terry e Cahill. Non la coppia difensiva migliore di tutti i tempi, ma una coppia difensiva che ha guidato e ha resistito a tantissimi attacchi (e non solo in questa partita).


In tutto ciò vorrei parlare di quanto il calcio sia soggettivo per quanto riguarda la fase offensiva.

Torno al discorso iniziale: "Insomma, perché se Daniele dice che il "bel gioco" è segnare dopo 25 passaggi deve considerare un genio mentre se Mario dice che il "bel gioco" è arrivare in porta con 3 passaggi deve essere considerato uno stupido?"

Chi è che stabilisce la definizione di "bel gioco"?

Prendo la definizione di "bello" da Oxford: "Gradevole, capace di suscitare impressioni piacevoli". Si ritorna sempre alla questione soggettiva.


E spiegatemi perché una persona non dovrebbe emozionarsi nel vedere una squadra che arriva in porta con 3 passaggi.

Palla a Drogba che si gira e lancia Ramires in profondità. Mossa illegale? No. La bravura di Drogba nel giocare spalle alla porta e di girarsi lanciando in profondità il compagno come se fosse un trequartista, non è da elogiare?


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